sabato 28 febbraio 2015

Recensione di Da quando ci sei tu di Penelope Douglas

Recensione
Titolo: Da quando ci sei tu (#01.5 Fall Away)

Autore: Penelope Douglas

Anno: 2015

Genere: Romance/Young Adult

Editore: Newton Compton

Pagine: 383

Prezzo: 9.90 - 4.99 €
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Disponibile su:                 


Trama di Da quando ci sei tu: Sei mai stato così arrabbiato che le cose che un tempo ti facevano male adesso ti fanno sentire vivo? Hai mai provato cosa significa essere insensibile a tutte le emozioni? Gli ultimi anni sono stati così per Jared. Un viaggio tra la rabbia e l'indifferenza, senza fermate intermedie. Alcuni lo odiano per questo, altri hanno paura di lui. Ma niente e nessuno può fargli del male perché a lui non importa di niente e di nessuno. Tranne che di Tate. La ama così tanto che certe volte gli sembra addirittura di odiarla. Odia il fatto di non riuscire a lasciarla andare. Un tempo erano amici, ma poi Jared ha capito che non riusciva a fidarsi di lei né di nessun altro. L'ha ferita, respingendola, anche se ne ha ancora bisogno. Litigarci, sfidarla, prenderla in giro fino ad arrivare a perseguitarla, lo fa sentire vivo, un uomo. Tate, però, un bel giorno parte e sta via per un intero anno e quando ritorna sembra davvero molto cambiata. Il rapporto tra lei e Jared non potrà più essere lo stesso...


Biografia di Penelope: Vive a Las Vegas con il marito e la figlia. È nata a Dubuque, Iowa, ed è la maggiore di cinque figli. Ha frequentato la University of Northern Iowa. Una notte ha detto al buttafuori del bar dove lavorava che suo figlio era sexy e tre anni dopo si è sposata. Con il figlio, non il buttafuori. Hanno avuto una figlia di nome Aydan. A Penelope piacciono i dolci, The 100 e fa shopping quasi ogni giorno da Target.


Il mio commento: Sono rimasta molto impressionata dal primo volume della saga e quando ho saputo che esisteva questo libro, ma che sarebbe addirittura uscito a breve non ho potuto resistere. Appena ce l’ho avuto tra le mani ho dovuto leggerlo e mi sono innamorata ancora di più di questa scoppiettante storia!

La situazione… La storia, con il prologo, comincia quando Jared è ancora bambino e per la prima volta vede Tate, quando lei si trasferisce nella casa accanto. Dal primo capitolo invece torniamo al presente, ovvero il giorno della partenza di lei per la Francia. Jared è ubriaco e si dice che non ha bisogno di guardarla partire e non si spiega come sia possibile che vederla felice renda lui felice. Ma il suo atteggiamento rispecchia l’odio che prova per lei. 
Tate parte e lui rimane, da solo, a mettersi nei guai. Se prima avendo lei come bersaglio riusciva in qualche modo a contenersi, adesso è più una mina vagante, pronto a esplodere. Finché effettivamente non accade e finisce in galera per una notte. Anche se ancora non se ne rende conto Jared ha molte cose per cui lottare, oltre che per se stesso, ma il signor Brandt riesce in qualche modo a dargli una direzione e così si mette la testa a posto, quasi. Tate ritorna e tutto il suo mondo viene ancora una volta sconvolto. Se durante l’anno della sua assenza lui era solo un’ombra di se stesso, un fantasma, adesso sente di essere finalmente di essere tornato a vivere. Le cose non sono cambiate, lui la odia ancora, ma in realtà tutto è cambiato, soprattutto i nostri protagonisti. 

I personaggi… Jared è confuso dai suoi stessi sentimenti che non capisce, per colpa di tutto quello che ha passato. Non sa come affrontare la vita, se non con una bottiglia di alcol in corpo e una ragazza nel suo letto. Per il periodo in cui Tate è via, non sa cosa vuole dalla vita e cosa farsene. Va avanti giorno per giorno, lottando per trovare qualcosa che gli dia quelle emozioni che solo lei gli trasmette. E finalmente al suo ritorno tutto riappare, sconvolgendolo più che mai. Lei non è più la stessa e anche il suo atteggiamento cambia. L’attrazione che c’è tra i due è palpabile, ma non si danno per vinti subito, facendo dannare il lettore per il tanto atteso lieto fine! La prima immagine che abbiamo di Tate è quella che abbraccia il cagnolino che tanto ama e che condivideva con Jared, una ragazza dolce, e subito dopo la ragazza con le palle, che per non dargliela vinta si sfila la maglietta e gliela brucia davanti agli occhi! Il suo personaggio mi era sempre piaciuto, perché nonostante rivelasse le sue debolezze, finalmente reagiva. 

Le mie emozioni… Qui riusciamo a leggere una buona parte di storia che non viene raccontata nel primo libro, soprattutto per cambiare un po’ scenario e non annoiare il lettore che si ritrova costretto a leggere parola per parola quello che ha già letto nel primo libro. Allo stesso tempo però, il rileggere quelle scene tanto sofferte, sapendo esattamente cosa spingeva Jared ad agire in un certo modo, cosa pensava quando aveva Tate davanti, è stato davvero eccezionale. 
Ci tengo a dire però, come specifica l’autrice stessa nelle note alla fine del libro, che questo non è semplicemente il primo libro dal punto di vista di Jared, ma è la sua storia e, l’intento della scrittrice di dare un’esperienza nuova ai lettori è totalmente riuscita! Oltre al fatto che si parla anche di eventi antecedenti e (molto importante) successivi a “Mai per amore” (QUI la mia recensione), Jared ci racconta gli eventi dal suo punto di vista, riuscendo a sorprendere e smaniare quanto l’altro libro. Se mi è piaciuto più questo o l’altro? Non saprei dirlo. Sono entrambi intensi e raccontano due personaggi diversi, anche se le loro storie sono strettamente incrociate. 

Conteggi finali… Questo libro mi è piaciuto moltissimo. Mi ha regalato le stesse forti emozioni che mi ha regalato il primo, con un pizzico di angoscia quando leggiamo di quella maledetta estate di Jared e un pizzico di divertimento nel rapporto tra Madoc e Jared. 
Babbo Natale fortunatamente è riuscito a portarmi il cartaceo del primo libro, quindi spero proprio che nel giro di poco io riesca a ottenere anche il cartaceo del secondo!!


Dal libro: Come faceva? Come era possibile che riuscisse sempre a farmi sentire felice di vederla felice?
Sbattei le palpebre. Tate continuò a giocherellare con il cane. «Sì, sì, ti voglio bene anche io!»
Sembrava che stesse parlando con un bambino, con tutte quelle smancerie del cazzo, e Pazzerello continuava a leccarle la faccia. Non avrebbe dovuto volerle così bene. In fondo cosa aveva fatto lei per lui negli ultimi due anni?
«Pazzerello, vieni» , ruggii, anche se non ero davvero arrabbiato con lui.
Tate posò lo sguardo su di me e si alzò. «Rompi le scatole anche al cane adesso?» Aggrottò le sopracciglia e solo allora mi resi conto di che cosa aveva indosso. La maglietta dei Nine Inch Nails che le avevo dato quando avevamo quattordici anni. Per qualche strana e stupida ragione, gonfiai il petto.
[...]
«Indosserai quella durante il viaggio?» Le chiesi sogghignando.
Avrei dovuto semplicemente girarmi e andarmene ma, cazzo, non potevo trattenermi dal provocarla. Era una specie di droga. Lei si voltò, i pugni stretti. «Perché me lo chiedi?»
«Ti dà un’aria sciatta» . Che sfacciata bugia.
Quella maglietta nera era sì un po’ vecchiotta, ma le aderiva come se fosse stata fatta apposta per lei, e i jeans scuri le fasciavano il culo, rivelandomi esattamente come sarebbe stata senza niente addosso. Con quei suoi capelli splendenti e la pelle luminosa, era allo stesso tempo un fuoco con cui avrei voluto bruciarmi e dello zucchero di cui avrei voluto saziarmi. Tatum era sexy, ma non se ne rendeva conto. E, bionda o meno che fosse, era di sicuro il mio tipo.
«Ma non c’è bisogno che ti preoccupi», continuai. «Tanto l’ho capito.»
Lei socchiuse gli occhi. «Capito cosa?» 
La provocai con un sorriso compiaciuto. «Ti è sempre piaciuto metterti i miei vestiti.» 
Sgranò gli occhi e arrossì: non c’ era dubbio che l’ avessi fatta arrabbiare. Il suo faccino era infiammato dalla collera.
Sorrisi tra me e me. Cazzo, quanto mi divertivo. Comunque non corse via.
«Aspetta un attimo.» Mi puntò contro un dito e si diresse verso la macchina. Rovistò sotto il sedile davanti, nella valigetta che suo padre teneva lì per le emergenze, tirò fuori qualcosa e poi sbatté la portiera. Quando tornò da me, vidi che aveva in mano un accendino.
P rima che potessi rendermi conto di ciò che stava accadendo, si tolse la maglietta e rimase con indosso solo un reggiseno sportivo dannatamente sexy.
Il cuore mi batteva fortissimo.
Cazzo.
Senza fiato, la osservai tenere in alto la maglietta e darle fuoco fino a ridurla a un mucchio di cenere.
Che stronza!
Che diavolo le aveva preso?



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